Cara sorella,
non credo di averti mai
scritto nulla fino ad ora, e forse, a sentire invece altri miei destinatari,
potrebbe anche essere un bene, visto che sono sempre passato per colui che non
sa nè leggere e nè scrivere, ma che butta parole su un foglio e che a volte
risultano struggenti!
Non voglio risultare
struggente, almeno questa volta. Quindi se ti commuovi, sarà un problema tuo e
non colpa mia!!!
Non ricordo precisamente il
mio primo momento al tuo fianco. Me ne vengono in mente tanti, di quando
scorrazzavamo liberi e felici nella nostra grande casa di Romana. In uno dei
nostri tanti pomeriggi di “dolce far nulla”, pensammo bene di far passare una
cordicella, ad altezza uomo, per tutta la casa, legando letteralmente tutta la
casa, affinchè l'altra tata “cattiva” non uscisse dalla sua camera. E ricordo
che riuscimmo molto bene nel nostro intento.
Avevamo l'amore e il calore
dei nostri cari vicini; i genitori, la mia amata tata Pasqua e soprattutto il
“tuo” amato nonno, e la “mia” amata nonna!
Mi ricordo delle nostre
estati passate ad Anzio a casa dei nonni. Al mare la mattina e la sera tutti e
quattro seduti sul divano davanti la tv a tubo catodico a guardare Giochi senza
frontiere. Tu sempre con le tue amiche e io sempre dietro alle tue calcagne!
Poi tutto è cambiato. Ci
siamo trasferiti tutti a Pescara per iniziare una nuova vita. Nuova famiglia,
nuova città e nuova grandissima casa. Mi ricordo la prima volta che siamo
entrati a Villa Raspa, e non trovavo dove fosse la mia camera. Correvo da una
parte all'altra per cercarla, e, una voltra trovata era immensa! E tu anche in
quella occasione eri vicino a me. La tua camera comunicante con la mia, e la
tua presenza che ogni giorno, mi ha sempre dato la forza e il coraggio di
superare quelle notti passate insonni vicino a miei fantasmi. E poi un bella
mattina d'estate, non ricordo bene il motivo della nostra lite tra fratelli,
cosa ho pensato bene di fare per vendicarmi? Presi la tua macchina da scrivere
verde e la gettai nel giardino di sotto dove scorrazzavano i cavalli. Che bella
idea che ebbi, vero? Mi vendicai si, ma poi presi tante di quelle botte da
nostra madre che ancora me le ricordo. Tu neanche una sberla, perchè eri più
furba e non ti facevi prendere.
Mi ricordo anche di tutte le
giornate passate insieme a sciare a Crans, dalla mattina alla sera. Sempre
insieme, e tu sempre vicino a prenderti cura del tuo fratellino più piccolo che
un bel pomeriggio, preso dall'euforia, decise di fare un bel salto con gli sci,
di cadere e rompersi una gamba. Mi ricordo il tuo sguardo, e la tua paura di
non sapere cosa fare. Poi tutto si risolse per il meglio se non fosse che il
tuo amato nonno, si sedette sopra il mio gesso e fui costretto a rioperarmi
tornato a Pescara.
E un bel giorno, grazie
sempre a nostra madre, tutto ricambia nuovamente. Ma fortunatamente siamo
grandi e ognuno prende la propria strada. Ci siamo allontanati, riavvicinati e
allontanati nuovamente. Ma se oggi sono a scriverti tutto questo, significa che
siamo di nuovo vicini.
Evidentemente il legame che
ci ha sempre unito è più forte di tutto quello che ci può essere intorno.
Un giorno ci hai fatto
conoscere Max. Siete venuti a Pescara, e alla mia domanda se stavate insieme o
meno, la risposta è stata del tutto vaga. Mah, pensai, chi vi capisce è bravo!
E invece la vostra storia è
andata avanti. E ne siamo tutti contenti. Dobbiamo fare un ringraziamento a
Max, se siamo riusciti di nuovo a rivederci dopo tempo, con una mitica sorpresa.
Ti ricordi? A tua insaputa, grazie a Max, ci siamo presentati io e Marina a
cena a Milano in quel mitico locale da me soprannominato “Cafe Rousse”, e tu
sbalordita hai spalancato gli occhi. Ancora una volta, la forza del nostro
legame ha avuto la meglio! Grazie Max!!!
Poi ho pensato bene di
allargare la famiglia, ed è nata lei, la “tua coscetta di pollo”, Diana Maria
Mian, un piccolo scricciolo che oggi è diventata una piccola signorina. E tu
anche in quella occasione, una settimana dopo la nascita, eri vicino a noi e a
lei. Sei venuta a Pescara e te la sei coccolata giornate intere, lasciando un
po di tempo per se a Marina.
Quest'anno sei tornata, sei
appena ripartita ed hai lasciato dentro tutti noi un grande vuoto. Abbiamo
cercato di coccolarti, trascorrendo delle belle giornate al mare; aperitivi
tipo il “Nicolas”, e cene in terrazza chiacchierando fino a tarda sera dei
nostri ricordi e delle nostre vite. Cene terminate sempre con i piedi sul
fresco tavolo bianco e con il must estate 2016: “l'uva Italia”.
Sai anche benissimo perchè
ho deciso di scriverti proprio adesso. Noi siamo in partenza per le vacanze
estive, ed io essendo un fifone nato, ho sempre paura che succeda qualcosa, e
quindi in tal caso, ma speriamo fermamente di no, hai queste righe che ricordano
un po la nostra vita e che dimostrano il bene che ti vogliamo.
Grazie sorella, perchè
ancora una volta, ci hai dimostrato la tua vicinanza, il tuo amore e il tuo
affetto. Un grazie anche per esserti coccolata e aver giocato fino allo
sfinimento con la tua dolce e amata nipotina che in quei giorni ti ha adorato e
nei giorni a seguire ti cercava la mattina sul divano.
La tua famiglia, augura a te
e Max tutta la felicità di questo mondo, affichè possiate vivere la vostra vita
con gioia, amore e tanta tanta felicità.
Vi vogliamo bene,
tuo fratello, Marina e la
piccola Diana Maria Mian